#IOESCO: CAMPAGNA DI DISOBBEDIENZA CIVILE. 1 MAGGIO IN PIAZZA PER DIRE NO AL COPRIFUOCO.

Prosegue la campagna di disobbedienza civile #IOESCO, lanciata lo scorso 25 aprile dall’associazione ESC di Palermo per dire NO AL COPRIFUOCO.

25 aprile 2021. Inaugurazione della campagna di disobbedienza civile #IOESCO.

Una sola la norma che viene violata dai disobbedienti in modo pubblico e deliberato: l’art. 9 del D.P.C.M del 2 marzo 2021 che sancisce che “Dalle ore 22,00 alle ore 5,00 del giorno successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”.

Diversi invece i diritti rivendicati e garantiti dalla Costituzione Italiana: dall’articolo 13 che riconosce l’inviolabilità della libertà personale, all’articolo 16 che sancisce la libertà di circolazione e soggiorno in qualsiasi parte del territorio nazionale, nonché gli artt. 32 (tutela della salute quale diritto fondamentale dell’individuo), 4 (diritto al lavoro) e 36 (diritti del lavoratore).

In occasione del 1° maggio, data in cui ricorre la Festa dei Lavoratori, ESC scenderà in piazza insieme ai disobbedienti civili per manifestare contro quelle misure che, di fatto, ponendosi in contrasto con la Costituzione del ’48, violano i diritti dei cittadini in quanto tali e in quanto lavoratori, ostacolandone lo sviluppo sociale, politico ed economico.

La manifestazione, regolarmente autorizzata, avrà luogo a Piazza Pretoria dalle ore 19 alle ore 21, nel pieno rispetto di tutte le misure di prevenzione e di sicurezza sanitaria.

Occorre precisare che la campagna di disobbedienza civile deve mantenere il carattere spontaneo e non violento. Non sono necessari assembramenti, né grandi numeri in uno stesso luogo. Si può svolgere anche in forma individuale, basta una passeggiata dopo le 22.

La disobbedienza si svolge in tutta Italia: si può partecipare da una grande città, da un piccolo paese o persino da un’isolata casa di campagna. Basta andare sulla pubblica via dopo l’ora del coprifuoco. Si può decidere di approfittare della campagna per incontrarsi con alcuni amici in luogo pubblico, nella più assoluta spontaneità con cui si manifestano le libertà costituzionali previste dagli art. 13 e 16 della Costituzione.

Proprio perché si tratta di disobbedienza civile e pacifica, è stato scelto un preciso codice abbigliamento: indossare qualcosa di bianco (colore della libertà).

Contrariamente a quanto sostenuto dall’opinione impaurita, circa l’importanza della salute pubblica e del contrasto alla diffusione del virus, violare il coprifuoco non reca alcun danno. Secondo dati dell’ISS ben l’80% dei contagi si volge tra le mura domestiche; secondo numerosi studi, infatti, i contagi avvenuti all’aria aperta rappresentano non più dell’1 su 1000 dei contagi totali.

Chiaramente la violazione del coprifuoco, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, espone al rischio di ricevere una sanzione che darà poi occasione di rilevare l’illegittimità costituzionale della norma attraverso il conseguente ricorso. Affinché tale ricorso possa portare all’annullamento di eventuali sanzioni è molto importante che l’unica norma violata sia quella del coprifuoco. Per essere chiari: la disobbedienza deve essere totalmente pacifica e nessuna altra norma di legge o normativa anti-contagio deve essere violata. Per risultare vittorioso, l’azione di disobbedienza deve essere circoscritta al coprifuoco.

Pertanto, in caso di contestazione da parte delle forze dell’ordine, è necessario dire la verità: si può far mettere a verbale che si è usciti di casa dopo le 22 nel libero esercizio delle proprie libertà costituzionali (ex art. 13 e 16 Cost.) e in aperto dissenso al coprifuoco che, in base all’art. 1 D.P.C.M. 14 gennaio 2021, che rappresenta una illegittima compressione di tali libertà, oltre che dello stesso diritto alla salute (anche psicologica) dell’individuo tutelata dall’art. 32 Cost.

Dionisia Bellavista | Gruppo Comunicazione e Stampa, Associazione ESC

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